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Primitivo dalla Puglia negli Usa. Donald pazzo per il vino italiano

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Primitivo dalla Puglia agli Usa. Donald pazzo per il vino italiano
Primitivo dalla Puglia agli Usa. Donald pazzo per il vino italiano

Vino italiano (Primitivo dalla Puglia) tra i preferiti del presidente Usa Donald Trump

In Italia gli spiritosoni si stanno già sbizzarendo: e quale vino potrebbe piacere a uno come Trump se non il Primitivo, lui che non ha proprio la fama di un uomo evoluto?

Però il vino pugliese è davvero tra i preferiti del presidente Usa, che ne ha ordinato 720 casse da sei bottiglie all’azienda Chiaromonte di Acquaviva delle Fonti, nel territorio della doc Gioia del Colle: un totale di 4320 bottiglie, un affare che ha fruttato da circa 50mila euro all’azienda pugliese e una pubblicità globale impagabile.

Casa Bianca, vino rosso. Italiano. Pare che l’amore per l’alcolicissimo vino pugliese da parte del Tycoon – racconta Sonia Gioia su Repubblica – sia nato durante una degustazione organizzata a Los Angeles dall’importatore americano dei vini della cantina pugliese. Tra i partecipanti all’evento ci sarebbe stato anche il buyer della White House, che evidentemente entusiasta dei prodotti Chiaromonte nei giorni successivi avrebbe fatto giungere ad Acquaviva una mail con un ordine decisamente importante, di quelli che cambiano un’annata. Insomma, Trump il vino pugliese non lo ha nemmeno assaggiato (i maligni dicono che lui preferisce una Diet Coke ad accompagnare gli adorati panini di McDonald’s, prediletti dal suo staff anche perché ritenuti a minor rischio di avvelenamento) ma se lo potrà scolare quando vorrà, magari accompagnandolo come da abbinamento scolastico a formaggi stagionati e secondi di carne.

Chiaromonte è un’azienda storica del territorio, che fa vino da molte generazioni anche se solo l’attuale proprietario Nicola ha dato una dimensione commerciale alla produzione. Due sono le etichette scelte dall’uomo di Trump: il più semplice è il Mascherone, un Primitivo Igt Puglia che è il più semplice tra quelli della cantina, prodotto con uve della vendemmia 2016, un entry level del Primitivo, accessibile nel prezzo e anche nel grado alcolico, che è di «appena« 13,5 gradi, perfetto quindi per il mercato americano che non è abituato alle gradazioni troppo strong. Il secondo vino invece è il vanto del proprietario Nicola Chiaromonte, il Muro Sant’Angelo Contrada Barbatto, un vino superpremiato, nominato un anno fa miglior rosso italiano dal Gambero Rosso, che nasce da un piccolo vigneto molto antico (le viti hanno ottant’anni) allevato ad alberello, una resa assai ridotta, la raccolta a mano in cassetta e che preserva gli aromi varietali grazie all’affinamento in solo acciaio, che evita l’invadenza del legno. Una scelta insolita per il gusto americano, che di solito predilige i vini dal gusto internazionale e vanigliato. Qui invece c’è una ricchezza di aromi che vanno dai piccoli frutti rossi maturi al cacao, dal tabacco alle note affumicate elegantissime per finire con un tocco balsamico che esalta gli esperti. La gradazione è di 16,5 gradi e il prezzo è da vino di nicchia. Su Tannico l’annata 2013 è venduta a 29,90 euro ma il prezzo di listino sarebbe più alto, di 45 euro. Ma si tratta di un vino longevo, che se ben conservato (e alla Casa Bianca avranno cantine adeguate) potrà essere degustato anche tra dieci anni. Insomma, il Primitivo Chiaromonte potrebbe durare a Washington più dello stesso Trump.

FONTE: Il giornale